domenica 1 dicembre 2013

Can we start again? 5/19

Lasciata la Watchtower, Chloe era salita in macchina. Però non si era messa immediatamente alla guida.
Era rimasta immobile al posto del conducente per diverso tempo senza sapere cosa fare.
Le lacrime le annebbiavano la vista.
Quando si scosse dal quello stato di torpore guardò la sua immagine riflessa nello specchietto retrovisore. Non aveva un bell’aspetto,era pallida e il trucco si era sciolto sul viso. Si diede una ripulita,allacciò la cintura e mise in moto. Guidò senza metà per una buona mezz’ora finchè non si ritrovò all’attico di Oliver.
Entrò nel’appartamento e si diresse immediatamente verso la camera da letto. Si tolse le scarpe e si buttò sul letto. Chiuse gli occhi e in pochi minuti si addormentò. Il sonno però non durò molto.
Aprì gli occhi e si guardò intorno disorientata. Era nella camera di Oliver,allungò un braccio verso il lato dove lui dormiva di solito ma era freddo, lui non c’era, eppure riusciva a sentirne il profumo. Guardò meglio nella stanza e tese le orecchie verso il bagno aspettandosi di sentire il rumore della doccia. Niente.
“Ollie!” nessuna risposta
La sua borsetta era ai piedi del letto, si allungò per prenderla ed estrasse il cellulare. Compose il numero di Oliver. Non era raggiungibile.
Si lasciò andare sul letto e strinse a sé uno dei cuscini. Il suo profumo. Ne era pregno. Ecco da dove proveniva.
E poi ricordò tutto. Fu come una pugnalata dritta la cuore.
Sentì una fitta al seno, come una voragine nel petto che stava per risucchiarla.
Le mancava l’aria e fu presa da un attacco di nausea. Corse in bagno.
Tornando verso la camera da letto tutto intorno a lei iniziò a girare vorticosamente. Aveva paura che avrebbe potuto perdere i sensi così si appoggiò al muro e chiuse gli occhi. Respirò profondamente un paio di volte e riprese la sua strada verso il letto.
Si sdraiò sul lato di Oliver e si mise a fissare il soffitto.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto e nonostante fosse quasi estate sentiva freddo.
Sentiva freddo dentro, un freddo glaciale che le aveva raggiunto il cuore, la mente e l’anima.
Si mise su un fianco e la sua attenzione fu attratta dalla foto sul comodino.
Era della sera in cui Oliver era stato avvelenato. In primo piano c’era lui, bellissimo e sorridente in smoking e un po’ più sullo sfondo Chloe anche lei sorridente in abito da sera.
Oliver la teneva sul suo comodino e quando era fuori città la portava con lui. Era l’unica foto di loro due insieme. In realtà non erano propriamente insieme ed era stata una casualità che l’obiettivo avesse catturato anche Chloe ma vista la reticenza di lei a fare una foto, si era dovuto accontentare di quella.
La prese. Tracciò col dito il profilo di Oliver e se la portò al petto.
Tra le lacrime si addormentò nuovamente.
***
“Hawkman!”
“Che diavolo vuoi ragazzina?”
“Esserti di conforto”
“Sprechi il tuo tempo”
“Io non lo conoscevo bene ma so che ti eri affezionato a lui”
“Ti prego!”
“Carter puoi cercare di negare quanto vuoi, ma è la verità”
Un silenzio pesante cadde tra di loro. Fu lui a romperlo.
“Credevo di essermi abituato alla morte, alla sofferenza, ma a quanto pare non ci si abitua mai. È vero non siamo mai d’accordo su niente ma è un bravo ragazzo..o meglio era…quando ci siamo incontrati mi ha ricordato me alla sua età e per cosa vale la pena vivere. Era uno stupido arrogante ma era riuscito a mettere insieme una squadra di supereroi. Ed era giovane”
Courtney si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
“Mi dispiace”
“Non sono io quello che soffre di più in questo momento e adesso vorrei essere lasciato solo”
“Ma..”
Non le fece terminare la frase e spiccò il volo lasciando Courtney a guardarlo rattristata dal basso.
***
Mia si era recata dove lei e Oliver si allenavano abitualmente. Si fasciò le mani e i polsi e andò di fronte al sacco da boxe. Spostò la gamba destra in avanti e piegò leggermente le ginocchia, i due pungi chiusi all’altezza del viso, ammorbidì le spalle e tirò il primo colpo.
Come hai potuto?Mi avevi promesso che non mi avresti abbandonata. Invece te ne sei andato anche tu,dovevo aspettarmelo, è la storia della mia vita,tutti prima o poi mi lasciano, ma di te mi fidavo.
Cambiò posizione. Stavolta la gamba sinistra era leggermente più avanti e i pugni erano più bassi. Un altro colpo. Eri l’unico di cui mi sia mai fidata, l’unico uomo a cui sia interessato altro al di là del mio corpo,l’unica persona a cui sia veramente importato qualcosa di me.
Affondò altri due colpi. Sono incazzata Oliver, sono veramente incazzata con te. Cosa farò adesso? Mi hai illusa, mi hai fatto credere nella possibilità di una vita diversa, mi avevi detto che ti saresti preso sempre cura di me.
Divaricò leggermente le gambe e spostò il gomito destro leggermente più indietro, un respiro profondo e un’altra serie di colpi. Sentì le sue guance bagnarsi e si fermò. Asciugò frettolosamente le lacrime. Lei non piangeva mai. Ma che sto dicendo? Non è colpa tua. Scusa ma mi sento così persa. Cominciò a saltellare avvicinandosi e allontanandosi dal sacco. C’erano ancora così tante cose che avresti dovuto insegnarmi. Mi avevi promesso che mi avresti portata a pattugliare la città con te,adesso non potremo più farlo. E mi avevi promesso un costume. Probabilmente non lo avrei mai messo visto i tuoi gusti discutibili. Le comparve sul volto un sorriso ma durò solo un attimo. Tirò un calcio e una ginocchiata ben assestati. Hai avuto fiducia in me, mi hai tolta dalla strada, mi hai dato una seconda chance,e anche quando ti ho fregato non mi hai voltato le spalle. Eri come un fratello maggiore per me. Si fermò, si tolse le fasciature e si diresse verso il bagno. Si guardò nello specchio, aveva un aspetto orribile. Fece correre l’acqua nel lavabo e si sciacquò la faccia.
Pochi minuti dopo se ne andò. Non poteva sopportare di rimanere ancora in quel posto.
***
Bart aveva corso in lungo e largo attraverso tutto il globo. Aveva bisogno di sfogarsi.
A.C. e Victor erano rimasti con Dinah. Era molto scossa e non se la sentivano di lasciarla da sola.
Si erano ritrovati tutti insieme dopo qualche ora. Nessuno però osava parlare.
Finalmente Dinah parlò “Come faremo senza di lui?E’ lui ad aver formato la squadra ”
“Ed era lui a tenerci insieme” aggiunse A.C.
Di nuovo silenzio.
Stavolta fu Bart a parlare “Ero a Star City quando Oliver mi ha trovato. Si è imbattuto in me una notte mentre mi servivo un pasto ehm diciamo gratis e mi ha offerto un lavoro, ha creduto in me e ha visto oltre al ladruncolo”
“Oliver mi ha trovato a dormire per strada, mi ha dato un pasto caldo, un tetto sulla testa ma soprattutto una ragione per vivere”disse Victor.
“Mi ha salvato la pelle se non fosse stato per lui dopo l’incedente con quella baleniera forse sarei finito in scatoletta”aggiunse A.C.
“Senza il suo intervento probabilmente Lex Luthor mi avrebbe uccisa, l’ho incolpato di terrorismo,stavo per consegnarlo a Luthor e nonostante tutto mi ha dato fiducia e chiesto di unirmi alla squadra”
“Lui ha sempre creduto e avuto fiducia in tutti noi”
“Ci ha dato uno scopo più grande per cui vivere e ci ha resi quello che siamo oggi”
Di nuovo silenzio.
“Qualcuno sa qualcosa di Chloe?” si informò Bart. Tutte la risposte furono negative.
“Dobbiamo starle accanto. Dopo tutto quello che ha passato perdere di nuovo qualcuno a cui tiene sarà stata molto dura”
“E dobbiamo rimanere tutti uniti ragazzi..”
Tutti annuirono e si abbracciarono commossi.
***
Jhon era di pattuglia. C’era stata una segnalazione e aspettava che il sospettato si facesse vivo.
Ripensò alle ultime 24 ore. A come tutto fosse andato storto. Non era così che doveva andare. Il ragazzo non sarebbe dovuto morire. Era troppo giovane. Gli piaceva la sua compagnia, era una persona intelligente, simpatica e carismatica.
Sua moglie e sua figlia erano morte. Aveva perso la sua famiglia ma ne aveva trovata un’altra sulla terra. Clark, Chloe e Oliver erano come figli per lui. E adesso aveva perso un altro figlio. Poi pensò a Chloe. Doveva essere distrutta dal dolore. Non molti sapevano della loro storia, ma lui aveva intuito subito che c’era qualcosa tra loro ed era stato felicissimo quando ne aveva avuto la conferma. Entrambi meritavano di essere felici ed era certo che insieme lo sarebbero stati. Ma adesso lui non c’era più.
Si sarebbe preso cura di lei. Non l’avrebbe lasciata sola. Le voleva bene e lo aveva promesso ad Oliver, e lui manteneva sempre le sue promesse.
Prese la pistola dal cruscotto e scese dalla macchina, era tempo di fare il suo dovere.
***
“Cosa?Non è possibile”
“Purtroppo è la verità Lois”
Oliver era morto. Sapeva i rischi che correva con la vita che conduceva ma tutto le sembrava così surreale. Semplicemente non c’era più. Clark la prese tra le braccia e lei si lasciò andare ad un lungo pianto. Aveva provato forti sentimenti per lui. Anche se poi era finita lui continuava ad essere una persona molto importante nella sua vita. Era un buon amico ed era una brava persona. Non meritava di morire. Non era giusto. C’erano così tante cose che non avrebbe potuto più fare.
“Come sta Chloe?”
“E’ distrutta”
“Dov’è adesso?”
“Lois..non lo so”
Lois si staccò da lui e lo guardò furente “Che significa non lo so?”
“Se ne è andata chiedendo di essere lasciata sola”
“E tu hai lasciato che se ne andasse in un momento del genere?”
“Lois io..”
“A volte mi chiedo se tu abbia un cervello Smallville”
“Lois non volevo starle troppo addosso”
“Devo trovarla”
“Forse dovresti darle un po’ di tempo”
“Chloe è la mia famiglia, devo starle accanto, ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei”
Clark sospirò “Hai ragione. Qualche idea di dove potrebbe essere?”
“Forse. Vedo se riesco a trovarla”
“Ok tienimi informato”
“Certo, ci sentiamo più tardi” gli diede un bacio frettoloso e se ne andò.
***
“Dobbiamo insistere”
“E’ inutile Lashina, non funziona, non ci darà mai le informazioni di cui abbiamo bisogno”
“Bernadeth ha ragione, non parlerà. Lo abbiamo sottoposto a tutte le torture che conosciamo e non ha ceduto”. Le tre donne si voltarono verso Oliver, a terra, privo di sensi.
“Allora non ci serve più, uccidiamolo”
“Non sono questi gli ordini e poi potrebbe servirci”
“E come?Non ha nessuna abilità particolare”
"E’ un ottimo combattente, potremmo addestrarlo e usarlo a nostro vantaggio”
“Dovremo lavorarcelo un po’ allora”
“E dov’è il problema?” Le tre scoppiarono in una risata malvagia.

Capitolo 6

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