domenica 1 dicembre 2013

Can we start again? 9/19

Stava in silenzio guardando fuori dal finestrino. Si passò le mani tra i capelli sospirando. Girò lievemente la testa verso il posto del guidatore senza farsi notare. John teneva lo sguardo fisso di fronte a sé e le mani ben salde al volante. Spostò il suo sguardo sullo specchietto. Scrutò i sedili posteriori: Mia e Bart guardavano entrambi fuori dai rispettivi finestrini. Anche lei tornò a guardare la strada.
Avevano trovato qualcosa che aveva a che fare con Oliver, non avevano detto nient’altro. Abbassò il finestrino e respirò a pieni polmoni. Di che diavolo poteva mai trattarsi? L’ultima volta che le avevano taciuto qualcosa riguardo a lui avevano scoperto che era morto. Non si aspettava quindi niente di buono ma per la prima volta nel giro di un mese, si sentiva…leggera.
Il solito peso che le schiacciava il cuore era svanito e non sentiva più quel vuoto che dalla morte di Oliver non l’aveva mai abbandonata.
Non riusciva a spiegarsi il motivo del repentino cambiamento d’animo ma questa nuova sensazione le piaceva e non voleva farla scivolare via.
L’auto si fermò. Gli altri scesero, lei invece rimase immobile al suo posto osservando l’imponente edificio di fronte a sé. La Watchtower. Non ci aveva messo più piede, da più di un mese era Victor ad occuparsene. Era il loro posto. Nonostante fosse stata un regalo di Jimmy, quello era il posto suo e di Oliver.
Ci avevano passato ore e ore lavorando, cercando di venire a capo delle situazioni più complicate, era stato in quel luogo che dopo una delle più brutte serate che avesse mai passato erano finiti a letto insieme dando inizio alla loro non proprio tipica relazione, ci avevano trascorso interi giorni e intere notti insieme, a volte semplicemente guardando un film coccolandosi sul divano,lì si erano detti di amarsi ed era lì che si trovava quando aveva scoperto che lui era morto.
Tutto in quella dannata torre parlava di loro.
Aprì la portiera,scese dall’auto e si diresse con gli altri verso l’edificio.
Fece il viaggio in ascensore appoggiata ad una delle pareti con gli occhi chiusi, che riaprì soltanto al suono delle porte che si aprivano. Erano arrivati.
Entrando fu sopraffatta dall’emozione. Respirò profondamente mentre sentiva gli occhi inumidirsi.
Tutti i ricordi dei loro momenti passati insieme riaffiorarono dentro di lei brutalmente.
John le si avvicinò chiedendole se stesse bene, Chloe annuì e seguì l’uomo nella sala centrale dove tutti gli altri erano già riuniti.
Saltò i convenevoli e chiese subito di rendere tutti partecipi delle novità.
Victor prese la parola.
“Io e Carter effettuando un backup ci siamo imbattuti nel filmato della stazione satellitare dove Oliver..” si fermò, fece una pausa e dopo un cenno di Chloe che lo invitata a continuare riprese a parlare “Stavo per eliminare le riprese quando Carter ha notato qualcosa” accese lo schermo centrale nel quale il video si stava riproducendo, Carter vi si avvicinò “Cyborg pausa il filmato e zooma lì, in basso a destra”
Per terra c’era una specie di marchio.
“Questo simbolo”riprese a parlare Carter “E’il simbolo di Darkseid”
“Dar-chi?” domandò Bart.
“Darkseid, il sovrano di Apokolips”
“Apo-cosa?”
“Ne sei certo?”si intromise Jhon. Carter annuì.
“Oh no. Ma come diavolo ha fatto a sfuggirci?”
“Non sapevate cosa cercare”
“Qualcuno si preoccupa di rendere partecipi anche noi?”
Carter guardò Bart , poi tutti gli altri presenti nella stanza e finalmente parlò di nuovo “Darkseid è il tiranno del pianeta Apokolips, il suo scopo è la conquista dell’universo, regna incontrastato, seminando terrore e violenza, i suoi guerrieri sono dotati di super-poteri e cosa peggiore è immortale”
“Quelle donne allora dovevano essere le furie” disse John pensieroso.
“Furie?”
“Sono le guerriere di Drakseid”
Jhon aggrottò le sopracciglia riflettendo“Se erano loro, allora c’è una possibilità che Oliver sia ancora vivo!”
“Era questo che volevamo dirvi”
Rimasero tutti a bocca aperta, senza sapere cosa dire. Si guardarono tra di loro in silenzio finchè non si sentì mormorare un “E’ una notizia fantastica” seguito da un “Non ci credo, è vivo” e scoppiò tra tutti l’entusiasmo.
Chloe era certa che il cuore le sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Aveva le palpitazioni e ansimava. Le labbra le si incurvarono in sorriso,poi però sbatté le palpebre e fu colta da un pensiero improvviso.“Chi ci dice che non lo abbiano ucciso?” Non poteva illudersi, non poteva ancora gioire, se tutto si fosse rivelato non veritiero non sarebbe riuscita a sopportarlo.
“No, non è così che lavorano. Avranno cercato di arruolarlo o di avere qualche informazione da lui”la informò Crater.
“Oliver non lo farebbe mai” protestò Chloe.
“Usano la tortura e il lavaggio del cervello, potrebbero averlo manipolato. Per saperne di più dovrò far visita ad una vecchia amica”
Jhon lo fissò e poi realizzò“Barda”
“Già”
Clark li guardò confuso “Chi sarebbe questa Barda?Possiamo fidarci?”
Fu John a rispondergli “E’ l’ ex guida delle Furie. Ha voltato le spalle a Derkseid decenni fa e si è rifugiata qui sulla terra. Se qualcuno può aiutarci, è lei”
***
“Hawkman a Watchtower: richiesta di collegamento video”
“Parla pure Hawkman, vi vedo”
“L’abbiamo trovata. È disposta ad aiutarci”
“Bene”
“A quanto pare però dovremo fare una gita fuori porta ad Apokolips.”
“Cosa? Volete andare su un altro pianeta ?Jhon, Clark voi siete d’accordo?Non sarà troppo rischioso?”
“Dobbiamo farlo e ce la caveremo Chloe” la rassicurò Clark.
“Va bene ma siate prudenti”
“Non lo siamo sempre?”le disse John accennando un sorriso.
“Contattatemi non appena sarete tornati”
“Certo. Chloe dobbiamo congedarci. Signori” disse Carter rivolgendosi a Clark e Jhon “Andiamo a riprenderci il ragazzo”
***
L’attesa era logorante. Erano passate quasi 24 ore e iniziava a preoccuparsi seriamente. Fu colta più volte da attacchi di nausea e le sue gambe non riuscivano a reggere il suo peso. Non molto tempo prima si era ritrovata proprio là ad aspettare che i ragazzi tornassero con notizie di Oliver. Buffo come certe cose si ripetano. Sembrava un circolo vizioso. Forse stavolta le cose sarebbero andate diversamente. Forse anche lei finalmente avrebbe avuto il suo pezzetto di felicità.
Squillò il telefono. Lo prese con mano tremante e guardò il numero chiamante, Clark. Tirò un sospiro di sollievo e rispose “Clark grazie al cielo. Ero preoccupata a morte”
“Chloe stiamo tutti bene”
“Come..come avete fatto con il tiranno alieno?”
“Diciamo che abbiamo stipulato una sorta di tregua”
Non osava chiedere quello che in realtà le premeva di più.
“Chloe lo abbiamo trovato. È qui con noi”
“E’…vivo?”
“Si”
“Oh mio Dio, è vivo!” scoppiò in un pianto a dirotto. Oliver, il suo Oliver era ancora vivo “Dove…dove siete?”
“Siamo all’ospedale, era ridotto piuttosto male”
“E’ sveglio?”
“Si”
“Arrivo subito!”
“Chloe aspetta, c’è qualcosa che devi sapere.” il suo tono si era fatto più serio "Non mi piace parlarne per telefono ma ho bisogno che tu sia preparata"
"Preparata per cosa?"
“C’è qualcosa che non va in lui”
“Clark così mi spaventi”
“Quando lo abbiamo rintracciato lui..lui non era in sé”
“Che vuoi dire?”
“Non ci riconosceva, ha combattuto contro di noi e stava quasi per uccidere Carter”
“Cosa?Oh mio dio no, John aveva ragione, gli hanno fatto il lavaggio del cervello”
“Una volta tornati sulla terra l’effetto però è svanito”
“Allora sta bene, è tornato se stesso. Clark devo vederlo, ho bisogno di vederlo. Sto arrivando all’ospedale”
“Chloe c’è dell’altro. Ci sono state delle conseguenze…lui non ricorda alcune cose”
"Cioè?”
“Gli ultimi ricordi che ha sono di prima che mi ritrovasse in Russia, poi nulla, non ricorda più niente degli ultimi due anni”

Capitolo 10

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