domenica 1 dicembre 2013

Can we start again? 11/19

“Mi avevano detto che eri tornato dal regno dei morti, ma avevo bisogno di vederlo con i miei stessi occhi per crederci”
Oliver si voltò nella direzione da cui proveniva la voce. Fece un lieve sorriso “Sembra che non mi abbiano voluto nemmeno all’inferno”
“Avranno avuto i loro buoni motivi”
“Hai intenzione di rimanere tutto il giorno alla porta?”
“Aspettavo che mi invitassi a entrare capo”
“Da quando sei così educato Bart?”
“Ehi amigo io sono sempre stato educato”
“Certo, come no”
“Ehm volevo dirti che mi dispiace per tutto quello che..insomma lo sai..deve essere stata dura”
Oliver serrò la mascella e il suo sguardo si indurì “Non preoccuparti”
Bart accortosi di questa reazione cambiò immediatamente argomento “Su, alzati e mettiti qualcosa di decente addosso, non pretenderai che ti porti via in vestaglia”
“Non è una vestaglia”
“Come dici tu”
“Non è una vestaglia,è un camice”
"Sai, Oliver adesso che Green Arrow è ufficialmente sul radar della Checkmate penso che potrebbe essere una buona idea appendere la tua calzamaglia per una notte e restare in borghese"
 "Ehi non è una calzamaglia”Chloe aggrottò le sopracciglia dubbiosa “Non è una calzamaglia!”
Gli fece un ghigno divertito e si allontanò da lui.
 “Hey Chloe”La ragazza si voltò “Ehm volevo solo dirti stai attenta là fuori. Ci sono agenti della Checkmate dappertutto così..solo, stai attenta "
Oliver sbatté le palpebre confuso. Che diavolo era stato?
Bart gli si avvicinò con aria preoccupata “Ehi tutto bene?”
“Si, si sto bene. Ho solo..niente. Scusa dov’è che vorresti portarmi?”
“Abbiamo parlato con i medici basta una tua firma e sei fuori di qui. Mi hanno mandato a prenderti”
“Non doveva passare Chloe?”
“Io sono molto più veloce di Chloe”
“Giusto”
“Forza, muoviti ci sono un sacco di persone che sono impazienti di rivederti”
“Oh non vedo l’ora” mormorò sarcasticamente.
***
“Ha un’amnesia. Lo hanno preso per avere delle informazioni...è stato torturato. Lo hanno trasportato su Apokolips e fatto esplodere la base satellitare per far sì che nessuno lo cercasse, non avevano tenuto conto che con il loro spostamento avrebbero lasciato il loro marchio come traccia.”Carter guardò le facce sconvolte intorno a sé “Questo è quello che è successo”
Qualcuno stava per replicare quando sentirono dei rumori provenienti dall’entrata.
Oliver si guardò intorno, quel luogo era enorme e pieno di delle migliori attrezzature tecnologiche, si sentiva frastornato ma allo stesso tempo a casa. “Wow”
Bart sorrise “Benvenuto alla Watchtower”
“Oliver Queen!” Lois gli si buttò tra le braccia.
“Ehi bellezza!”
“Credevamo di esserci liberati di te”
“Ho la pellaccia dura”
“Mi dispiace per quello che ti è successo. Ma sono contenta che tu sia ancora qui con noi” gli tirò un pugno sulla spalla e Oliver non poté far altro che sorriderle, era sempre la solita Lois.
Fece un cenno di saluto a Clark e spostò la sua attenzione sul gruppo di persone che lo circondava.
Oltre al resto della squadra c’erano altre persone che non aveva mai visto prima in vita sua, o almeno non ricordava di averle mai viste. Non era a suo agio, mancava qualcosa. Guardò meglio e rimase deluso dall’assenza di una persona in particolare.
Lois gli si avvicinò e in modo che nessuno potesse sentirla gli sussurrò “E’ bloccata nel traffico. Tranquillo, arriverà presto” Oliver la guardò stupito e lei gli fece l’occhiolino.
Victor sbuffò “Lois hai intenzione di lasciarcelo salutare o vuoi continuare a bisbigliargli chissà cosa nell’orecchio?” Lois lo fulminò con lo sguardo. Victor la ignorò e continuò “E poi Clark potrebbe ingelosirsi”
“Oh ti prego” ribatté Lois.
“Io non sono geloso” balbettò Clark.
“Ecco appunto”
Oliver li guardò disorientato e poi realizzò “Oh mio Dio. Così voi due..pazzesco”
“Assurdo eh?Lo so, lo so..”
Oliver scosse la testa ridendo e si avvicinò ai ragazzi. Victor e A.C. lo salutarono con qualche pacca sulla spalla. Stava per dirigersi da Dinah quando la voce di Lois riecheggiò nella stanza.
“Ehi cugina, finalmente”
Oliver si voltò giusto in tempo per vedere arrivare Chloe. Gli si stampò sul viso un sorriso che non riusciva a frenare, distolse lo sguardo per un attimo e poi tornò a osservarla.
“Lo so,sono in ritardo. I bambini sono pronti? Dobbiamo tornare a casa” disse ridendo.
Oliver raggelò. Bambini? Bambini? No Chloe non poteva avere dei bambini. E il padre chi diavolo era? Sbottonò i primi bottoni della camicia, improvvisamente gli era venuta a mancare l’aria.
“Ehi dolcezza”replicò Bart “Io non sono un bambino”
“Peccato che ti comporti come se lo fossi”si intromise Mia.
“Vorrei farti notare che ha usato il plurale: bambini, sei compresa anche tu”
Mia aprì bocca per replicare ma Chloe fu più veloce “Vi prego non iniziate, prendete le vostre cose e fra 10 minuti andiamo a casa”
“Chloe vorrei ricordarti che ho la supervelocità”
"Bart tu vieni in macchina con noi o stasera niente cena”
A quella minaccia Bart ammutolì ed acconsentì ad andare in auto.
Oliver tirò il fiato. Il fatto che Chloe non avesse figli con chissà chi lo fece sentire sollevato.
Dinah lo scosse dai suoi pensieri “Ehi Robin Hood, non saluti una vecchia amica?” Oliver le si avvicinò stringendola in un breve abbraccio. “Scusa, credo di aver perso le mie buone maniere”
“Sai mi dispiace per tutto quello che ti hanno fatto, posso solo immaginare come..”
Non la fece terminare “Basta!” Tutti si voltarono verso di lui. Chloe lo guardò con aria preoccupata. “Lo so, lo so che siete tutti dispiaciuti per me, non fate altro che ripeterlo, so anche che vi faccio pena, ho notato i vostri sguardi appena mi avete visto, ma smettetela d’accordo? Voi non ci siete passati, non potete minimamente capire cosa si provi, quindi vi prego piantatela di commiserarmi” Si fece spazio cercando di uscire da quel posto e dopo vari tentativi si ritrovò sul terrazzo. Non era l’uscita ma si sarebbe accontentato.
Si appoggiò al cornicione e prese un lungo respiro. Era scattato ingiustamente. In fondo si preoccupavano per lui perché gli volevano bene.
Cosa non avrebbe dato per un po’ di alcool in quel momento.
Sentì una mano sulla spalla. La afferrò e stringendo con forza il polso si voltò di scatto.
Sentì un gemito e poi vide il suo volto. La lasciò immediatamente andare.
“Non farlo mai più”
“Scusa”
Oliver si passò le mani sul volto “Ti conviene starmi lontano Chloe. Ti ho già fatto del male due volte nel giro di due giorni” si allontanò da lei e scivolò seduto lungo il muro. Lo sguardo perso dritto davanti a sé. Senza dire parola Chloe gli si avvicinò e si adagiò accanto a lui.
Passarono qualche minuto immobili, in silenzio.
Poi, senza pensarci, Chloe gli poggiò delicatamente le dita sul braccio facendole correre dall’alto verso il basso. Al suo tocco lui ebbe un sussulto e chiuse gli occhi, cercò di resistere all’istinto che gli diceva di abbracciarla ma si lasciò andare a quella piacevole sensazione, la avvicinò a sé e la strinse. Chloe deglutì a fatica,il cuore le batteva all’impazzata, non riusciva a respirare, a muoversi, fu solo in grado di appoggiare il viso contro la sua spalla.
Inclinò la testa verso di lui e i loro sguardi si incontrarono. Oliver la stava scrutando intensamente. Lei sospirò e si strofinò gli occhi nel tentativo di trattenere il pianto. Non ci riuscì. Oliver portò una mano alla sua guancia e dolcemente le asciugò le lacrime col pollice. Si fece più vicino e gli sussurrò “Ti faccio proprio un brutto effetto”
“E’ che non riesco ancora a credere che tu sia qui”
Sentirono delle voci provenire dall’interno. Mia e Bart la stavano cercando.
Riluttante Oliver fece scivolare il braccio dalle sue spalle e si sollevò in piedi. Si voltò verso di lei e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.
Rientrarono e Bart si fiondò immediatamente da lei “Dolcezza, andiamo sto morendo di fame e Mia sta diventando alquanto irritante”
“Ok, siete pronti?” Bart annuì impaziente.
Oliver la prese dal braccio e la fece voltare verso di lui. I loro volti si ritrovarono a pochi centimetri di distanza “Prima che te ne vada devo chiederti qualcosa”
“Spara”
“Chi diavolo sono il grande uomo alato e la cheerleader laggiù?”
Chloe sorrise “L’uomo è Carter, alias Hawkman e la ragazza si chiama Courtney,nome in codice Stargirl, fanno parte di una squadra di super eroi diciamo in pensione.Ogni tanto ci danno una mano, poi ti racconterò con più calma”
“E quell’altra ragazzina? Mia?”
“Mia era la tua allieva, più una sorella minore per te in realtà. L’hai presa sotto la tua ala e ti stavi occupando di lei. L’hai tolta dalla strada, le  hai dato una casa e la stavi preparando per unirsi alla squadra. Soffre molto per il fatto che non ti ricordi di lei, ti vuole bene”
“Oh”
Chloe sospirò dolcemente.
“Un’ultima cosa, perché lei e Bart vivono con te?”
“Avevano bisogno di qualcuno che si occupasse di loro”
Bart era irritato “Chloe, ho bisogno di essere sfamato..adesso! Su andiamo”
“D’accordo”
“Ti lascio andare”gli bisbigliò Oliver “Ma ho tante altre cose da chiederti, puoi passare da me più tardi?”
“Ehm dopo cena va bene?Sai i ragazzi”
“Va benissimo, ti aspetto allora”
“Ok”
***
Il dolore era lancinante. Forse non avrebbe dovuto avere così fretta di lasciare l’ospedale. Gli antidolorifici non avevano nessun effetto.
Aprì il mobiletto e prese una bottiglia di scotch e un bicchiere. Forse sarebbe riuscito a non pensare al dolore. Ripose il bicchiere, non ne avrebbe avuto bisogno. Si spostò nel soggiorno e si lasciò cadere sul divano. Portò la bottiglia alla bocca e ne bevve un sorso. Si sentiva già meglio.
***
“Oliver?”
“Sono qui”
Seguì la voce e si ritrovò nel soggiorno. Oliver era disteso sul divano, una bottiglia tra le mani e un’altra appoggiata sul pavimento. Appena la vide, goffamente cercò di mettersi seduto.
“Che stai facendo?”
“Non si vede?”le disse agitandole la bottiglia davanti e poggiandola poi sul tavolino. Chloe si avvicinò per prendere la bottiglia, ma lui la fermò afferrandole la mano. “Cosa credi di fare?”
“Sei ubriaco”
“Cosa te lo fa pensare?” si alzò in piedi, vacillò e ricadde all’indietro sul divano trascinando Chloe con sé che si ritrovò schiacciata sotto il suo peso.
“Forse il fatto che non ti reggi nemmeno in piedi o le due bottiglie che ti sei scolato. A proposito fra quanto tempo avresti intenzione di alzarti?Sai non sei propriamente una piuma”
Oliver rotolò via da lei e cadde rovinosamente a terra. Chloe scivolò lungo il divano e si sedette sul pavimento.
“Per quale motivo hai bevuto?”
“Volevo stordirmi”
“Perché?”
“Perché provo un dolore insopportabile in ogni singola parte del mio corpo”
“Ti hanno prescritto dei medicinali”
“Non funzionano”
“E così hai pensato bene di bere?”
“Si” le rispose con semplicità, si alzò in piedi e barcollando si avviò verso la camera da letto
Chloe lo raggiunse e gli mise il braccio introno alle spalle per aiutarlo a sorreggersi.
“Dove stiamo andando?”
“A letto, ho mal di testa”
Con non poca difficoltà arrivarono nella camera di Oliver che si stese subito sul letto e si addormentò all’istante. Chloe si mise seduta sul bordo del letto e rimase ad osservarlo per un periodo di tempo indefinito. Non riusciva a distogliere lo sguardo, aveva paura che se lo avesse perso di vista anche solo per un attimo sarebbe scomparso di nuovo.
Decise che era ora di andarsene. Si avvicinò ad osservarlo un’ultima volta e senza rendersene conto gli sfiorò il braccio. A quel tocco involontario Oliver iniziò ad agitarsi. Si rigirò più volte nel sonno finche non balzò seduto sul letto urlando. Nel tentativo di tranquillizzarlo, Chloe alzò una mano verso lui e gli accarezzò il viso mormorandogli che era tutto a posto. Oliver pareva non sentirla, la prese con forza per i polsi e la scosse violentemente. I suoi occhi erano iniettati di rabbia. Chloe soffocò un singhiozzo.
“Ollie…Ollie!” finalmente si scosse e le liberò i polsi.
“Chloe perdonami..io..io non so cos’è che non va in me”
“Non c’è niente che non vada in te, è normale dopo l’esperienza che hai vissuto” disse strofinandosi i polsi doloranti.
A Oliver quell’azione non sfuggì, si avvicinò e le prese le mani tra le sue osservando il punto in cui l’aveva afferrata.
"Ti ho fatto male”
“Non è niente di grave”
“Si invece”si appoggiò allo schienale e si portò al testa tra le mani. Chloe poteva sentirlo gemere.
Salì sul letto e si mise accanto a lui “Oliver guadami”lui la ignorò così lei gli prese il viso tra le mani e lo obbligò a guardarla “Oliver sto bene. Tranquillo è tutto a posto”
Lui la abbracciò “Per favore non andartene”
“Non me ne vado” lo strinse più forte che poteva.
Oliver chiuse gli occhi e sentendo Chloe accarezzargli i capelli sussurrandogli che tutto sarebbe andato bene, si addormentò.

Capitolo 12

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